Ma chi me lo ha fatto fare | Parte I
«Cristina non ce la faccio, in bocca al lupo per la presentazione. Divertiti… e voce alta!»
«Cristina ti chiamo in un momento di pausa. Non ci sarò alla presentazione».
«Cristina ho un contrattempo, scusami ma non sarò presente».
Mancano poche ore alla presentazione, ed è un tutt’uno. Almeno una trentina di persone mi fanno sapere che non verranno. Paolo Leibanti, tutor di Scrittura Creativa che per primo in questi mesi ha letto quel fiume di parole, assorbendo e attutendo le emozioni a volte destabilizzanti, lui che mi ha accompagnato in questi mesi, che assieme ad altre persone mi ha aiutato a realizzare il mio sogno, scrivere un libro, mi conferma che non ce la farà. Non potrà essere presente.
Il Direttore di Officina Letteraria, progetto della Fondazione Altre Parole Onlus, che dovrebbe moderare l’evento, la primissima presentazione di “Allora mi prenderò un cappello”, purtroppo non ci sarà. Tengo moltissimo a queste persone. Con loro sto facendo un percorso che mi riempie di gioia, ma è pur sempre difficile. Non fa parte del mio vissuto, della mia quotidianità. Insomma, è un altro mondo. Sento la necessità di averle vicine. Ma non verranno. Mi manca il fiato. E la paura mi attanaglia la gola.
«Ma chi me l’ha fatto fare!» Lo penso davvero.
Martedì 6 Dicembre | ore 19.30
Villa Tacchi. Sono arrivata con largo anticipo. A casa non riuscivo a trovare pace.

Gazzo Padovano, Comune di mia residenza, ci ospita in questa bellissima location.
Sala Muse, capienza massima 240 posti. Per fortuna hanno messo ‘solo’ centosessanta sedie. Sono di colore blu: le vedo come una marea di posti da riempire. “Figuriamoci” dico a mio marito.
«A malapena arriveremo a coprirne cinquanta!» La situazione si fa critica. Sono le 20.15 e siamo in quattro gatti. Il Vicesindaco Ornella Leonardi cerca di tranquillizzarmi.
«Speravamo arrivasse più gente. Si potrebbe far togliere un po’ di sedie. Con queste tematiche se ci saranno venti persone sarà un successo. È così».
Ma io non ci sto. Dopo tutto quello che ho passato, non lo accetto. Questo libro è il mio figlioletto. Lo coccolo, lo annuso da quando due mesi fa è uscito dalla tipografia. Quasi non riesco a portare la borsa per quanto pesa: porto con me il quaderno di quando scrivevo da ragazza, un’agenda e il mio libro.
Ma stiamo scherzando! Mi sogno questo momento da… da una vita intera.
«Stai tranquilla. Il dottor Gaion sta arrivando, Il dottor Riccardi è in ritardo: sarà qui per le nove».
Non so nemmeno di chi sia quella voce. Voglio che arrivino. Solo al pensiero che potrebbero non farcela mi tremano le ginocchia.

È vero, le persone stanno arrivando. Vedo i loro volti sorridenti.
Mi salutano, mi danno il loro sostegno. Forse si stanno immedesimando in me, in quello che provo. Forse non si accorgeranno che la paura mi sta togliendo la lucidità dei pensieri. Sorrido anch’io, faccio finta di niente.

Abbraccio tutti, bacio tutti.
Il tempo non passa mai.
Temo che qualcosa vada storto.
La nebbia che avvolge tutto non è certo di aiuto.
Il dottor Luca Riccardi, Psicoterapeuta e Psicologo Dirigente presso l’ULSS6 EUGANEA, è in forte ritardo, arriverà per le nove.
“Mi faranno uscire pazza”, brontolo tra me e me.
Abbraccio tutti, bacio tutti. Il tempo non passa mai.
Temo che qualcosa vada storto.
La nebbia che avvolge tutto non è certo di aiuto.
Il dottor Luca Riccardi, Psicoterapeuta e Psicologo Dirigente presso l’Ulss 15 Alta Padovana, è in forte ritardo, arriverà per le nove. “Mi faranno uscire pazza”, brontolo tra me e me.Mi consolo ascoltando quel brusio di voci: il suono più bello che io abbia mai sentito.
Mi guardo attorno. Adesso la sala è praticamente piena.
Allora mi prenderò un cappello | Iniziamo
Martedì 6 Dicembre, sono le 21.10
«Carissima, ci siamo». Finalmente il dottor Riccardi è arrivato. Finalmente la voce di una persona tanto attesa. «Iniziamo». Così, senza preamboli, senza sapere cosa dire, quando parlare, cosa fare. Non ho mai presentato un libro! A dire il vero non ne avevo nemmeno mai scritto uno. Ma l’ho fatto. Quindi dipende ancora una volta da me. Temo di non riuscire a parlare in modo adeguato. Stiamo parlando di patologie importanti, del mio libro, che altro non è che il mio percorso di cura. Ma non voglio appesantire le persone.

Per fortuna non tocca a me aprire la serata.
Lo fa il Vicesindaco, ringraziandoci per l’opportunità di ospitarci presso il loro Comune. Ma sono io che gliene sono grata. Non è scontato avere l’aiuto delle persone. Ho visto nei loro gesti il piacere di organizzare questo Evento. Mi sono sentita accolta.
Apre la serata la dottoressa Paola Pilotto, addetta responsabile alla Biblioteca Comunale e giornalista del Il Mattino di Padova. La ascolto con ammirazione, come ascolto le persone che intervengono a seguire.
Il dottor Fernando Gaion parla della Fondazione, di Umanizzazione delle Cure, di Medicina Olistica. Il dottor Luca Riccardi parla di Ascolto, Consapevolezza di Sé, dell’importanza di contrastare la malattia con l’espressione dei propri talenti. Come mi piacerebbe acquisire la loro sicurezza. Vedo il pubblico che segue con interesse. Come mi piacerebbe parlare come le persone che mi sono accanto. Io preferisco scrivere, prendermi il mio tempo, pensare quali parole usare.
Uffa che ansia, devo impormi di stare tranquilla.
“Allora mi prenderò un cappello” è un progetto che condividiamo. È il frutto del lavoro di persone che si adoperano per una Buona Medicina, dove anche l’ammalato è prima di tutto una persona e non solo la sua malattia. Questo libro non è solo mio ma di tutte quelle persone che si riconoscono in quello che ho scritto. Non posso crollare adesso. Non me lo perdonerei. In fondo chi è venuto a questa serata, lo ha fatto per sentire cosa mi ha motivato, perché ho scritto questo libro.

Come Brunello Gentile, vincitore di premi letterari, animatore degli incontri “Sala d’attesa Interattiva” nel DHO di Camposampiero che ha partecipato attivamente alla presentazione.

E Landi Shima istruttore della Y-40, la piscina più profonda al mondo. Anche grazie a lui ho scritto il racconto “Benessere in Profondità”. Rammento ancora la gioia di quei momenti, di quando sono ritornata a una delle mie passioni: l’acqua.
Forse anche loro sono lì per ascoltare cosa ho da dire.
Allora mi prenderò un cappello | Presentazione Ufficiale

Anna Tringali, attrice professionista e persona di spiccata sensibilità sta leggendo il racconto “Andare Avanti”.
E le parole che ho scritto sembrano essere proprio rivolte a me. Devo andare avanti. Se non sarò perfetta, pazienza. Io non sono che questo. Me stessa.
E ben venga se le emozioni contrastanti mi fanno titubare, se la voce a volte trema, o se un racconto dedicato ai familiari mi fa venire un nodo alla gola. Sentirlo leggere da Anna mi fa riaffiorare ricordi che avevo accantonato, dolori da cui sto cercando di allontanarmi.
Ben venga se tutto ciò mi fa dire «Scusate ma non riesco a parlare di questo argomento». So che le persone capiranno. Non posso essere quella che non sono.
Chi me lo ha fatto fare | Parte II
Martedì 6 Dicembre, ore 23.00
La presentazione è terminata ma Sala Muse non si svuota. Le persone che hanno partecipato mi salutano con un abbraccio. Sono grata a tutti per essere venuti. È stato un pubblico presente. Lascio una firma, scrivo loro una dedica. Sono venuti per me. Ci volessero ore non importa. Cerco di essere originale. Glielo devo.
Ce ne andiamo a notte fonda, stanchi ma soddisfatti. Ci accompagnano i sorrisi delle persone, i loro sguardi attenti, le loro parole di supporto. Peccato, la serata è terminata. È stata dura ma rivivrei tutto di nuovo. Anche la paura che ho provato. Anche tutte quelle emozioni contrastanti. Pazienza. Torniamo tutti alle nostre case. Ci saranno altre presentazioni. Ma non saranno mai come questa: la prima presentazione ufficiale del mio libro.
Adesso “Allora mi prenderò un cappello” verrà letto. Chissà cosa penseranno. Se riuscirò a trasmettere quello che ho scritto. Se verrò compresa. Chissà! Ma è tutto finito.
Non ho davvero capito niente. Al mio rientro sotto alla porta d’ingresso trovo un bigliettino. È solo il primo di tanti messaggi che arriveranno, testimonianze della serata appena trascorsa. Ne riporto testualmente alcune per il piacere di condividere. Non posso, non voglio tenere solo per me queste parole. Mi piacerebbe arrivassero al cuore di tutti.
Allora… Buona lettura!
Poteri riportarne altre, ma mi fermo qua.
Allora mi prenderò un cappello | Adesso tocca a me
Al mio timore di tumore: ho iniziato a scrivere di te, poi ho continuato perché faceva bene a me. Questo libro è stata la mia rivalsa su di te. Non sei più nel mio corpo, ti scaccerò dal mio sangue, ti farò uscire dalla mia testa. Non ti volto le spalle, ti voglio guardare negli occhi.
Uno dei due li abbasserà.
Tanto vinco io.
Ringraziamenti
Ph Michele Pelosin, che ringrazio per la cortese attenzione riservatami.
Grazie ad Anna Tringali di TEATRO BRESCI e a Paola Pilotto.