Carezze a fior di spazzola

di Gina Scapin

Sono la maggiore di cinque fratelli. Nella mia vita ho avuto molte carezze e baci ma quello che più ricordo è una spazzolata di capelli del mio papà. Ricordo bene quel giorno.

Era una fredda domenica d’inverno, avrò avuto circa dieci–undici anni perché mio fratello più piccolo non era ancora nato. Sedevo sul divano a guardare la televisione assieme a mio padre e ai miei fratelli, mamma al tavolo vicino stava sistemando alcuni documenti di lavoro. Non mi sentivo molto bene, la testa mi faceva male, decisi di andare a letto.

Dalla mia stanza sentivo i miei genitori discutere su cosa preparare per cena. Mio padre voleva accendere il caminetto per cucinare i galletti alla brace, ma mia mamma non era dello stesso parere, perché io non mi sentivo bene.

Non riuscivo ad alzarmi per chiudere la porta e la finestra, la luce mi dava fastidio, così mi rimboccai le coperte fino a sopra la testa. Dopo un po’ sentii alcuni passi dirigersi verso la mia stanza, alzai le coperte e vidi il volto del mio papà. Al momento non capii cosa facesse li, ma mi accorsi che aveva in mano un bicchiere d’acqua e una pastiglia. Ero così stupita e contenta, la presi all’istante. Non ricordo quanto ho dormito, ma al risveglio vidi mio padre che mi stava ancora accanto. Mi chiese – Come ti senti?

Faticavo ad aprire gli occhi, la luce del lampadario mi dava fastidio ed ero tutta sudata. Mi sedetti sulle sponde del letto con la testa tra le mani. Gli risposi che stavo bene ma mi sentivo un po’ debole e infreddolita.  Giratosi verso il letto di mia sorella, che stava accanto al mio, prese una coperta e me la mise sulle spalle. I tremolii piano piano lasciarono spazio al caldo della coltre. Ci fu un attimo di silenzio e poi mi chiese ancora:

«Hai voglia di venire in cucina? Vuoi fare una doccia? Che dici?» Risposi che andava bene.

Camminando verso il bagno, vidi mia mamma al caminetto intenta a cucinare, ricordando così quanto si erano detti quel pomeriggio. Mi affrettai a fare la doccia provando una sensazione di benessere e piacere, ma sentivo ancora le gambe deboli, così decisi di asciugarmi in fretta. Trovai vestiti puliti a bordo vasca, e piano piano mi vestii.

Subito dopo sentii bussare alla porta, era mio padre che voleva assicurarsi che stessi bene e si offri di asciugarmi i capelli, che erano di lunghezza media, colore castano, ricci, folti e crespi, non sarebbe stato per niente facile.

Sentivo la spazzola muoversi dal centro del capo verso il basso, gli occhi mi si chiusero.

Stavo bene, coccolata, fortunata, ero contenta e per una volta mi sentii al centro dell’attenzione.


Mi chiamo Gina Scapin.

Cinquantadue anni compiuti.

Venticinque gli anni che sono sposata.

Tre figli maschi.

Lavoro come impiegata.

Amo la vita. I miei passatempi preferiti? Difficile scegliere.

Cerco di fare più cose possibili, ma non devono diventare fonte di stress.

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