I colori del pudore

Impossibile dimenticare

Non scrivevo da oltre trent’anni, i pensieri uscivano come ghirigori, fiorellini, scarabocchi.

«Qui ci occupiamo di scrittura».

Siamo partiti da lì. E mi si è aperto un mondo. Parole, tempi dei verbi, aggettivi da non usare. Avverbi? Sia mai!

-Show, don’t tell.

-Devi mostrare la scena, non dirmi che sei triste.

-Rispetta il lettore, non trattarlo da stupido.

-Non parlare di quello che non sai.

-Cerca di usare termini appropriati.

-Qui non capisco, riscrivi.

-Puoi fare meglio di così.

-Il testo non scorre, deve scivolare via.

-Confusionario, riprova.

-Fallo uscire dalla testa, rendilo comprensibile agli altri.

-Fai riposare il racconto. Rileggi a voce alta.

Il mio pudore stava negli errori: blu, rossi, di forma… negli errori insomma. E nell’intimità dei miei pensieri. Temevo di appesantire, non il testo, ma la persona che per primo li avrebbe letti. Poi ritornava quella frase,

«Qui ci occupiamo di scrittura». E ripartivo da lì, sempre e ancora, da lì.

A volte non capivo perché non apponesse da sé le parole, a parte due frasi o tre, ho riscritto, riscritto e riscritto.

Con il tempo, le pagine ritornavano con meno rosso, giallo, blu.

Quella sera a PC ho scaricato la bozza, solo nero e bianco? Guardavo quei fogli, ma erano miei? Ed è stato come risvegliarmi a Petaloudes, nella “Valle delle farfalle”.

C’ero riuscita! Ero andata oltre. E stavo lasciando andare anche lo stigma della malattia. Sarei riuscita a frapporre spazio? Quella cosa doveva stare lontana da me.

È stato difficile allontanarmi da Paolo, seppure sapessi che lui sarebbe stato lì se ne avessi avuto bisogno. Non si è mai negato, mai. Mi ha sospinta a osare, sempre. Anche quando il termine osare non faceva parte del mio dizionario.

Mentre il buio si riappropriava degli spazi, io mi approcciavo a me stessa, scrivendo. Li ricordo tutti i miei momenti difficili.

«Qui ci occupiamo di scrittura», è stata la cura perfetta, vestita su di me.

Grazie Paolo, per esserti preso cura dello scrivere di me.

Ricordati di dimenticare 📙

Storia di un maldestro in bicicletta 🚴‍♂️

Ziowiggily ✍️

2 pensieri riguardo “I colori del pudore

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